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Le mostre a Palazzo Gotico

Le mostre a Palazzo GoticoLa Fondazione è stata tra le realtà che hanno sponsorizzato la più grande mostra antologica mai dedicata al vedutista settecentesco piacentino Giovanni Paolo Panini. Una sessantina di opere provenienti da musei e collezioni private, giunte a Piacenza successivamente a un'esposizione a Parigi e poi ripartite - dopo aver fatto registrare migliaia di visitatori - per un'altra analoga iniziativa, questa volta in Germania.

La mostra al Gotico ebbe tutti i connotati dell'evento; a inaugurarla giunse il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, peraltro conoscitore del Panini: alcuni dei maggiori capolavori dell'artista sono custoditi proprio al Quirinale.

La vocazione di palazzo Gotico a divenire cornice di prestigiose rassegne di richiamo nazionale e, talvolta, internazionale, è stata testimoniata negli anni seguenti da una serie di mostre cui ha dato il suo apporto, insieme ad altre realtà non solo locali, anche la Fondazione.

Come "Les années romantiques - La pittura francese dal 1815 al 1850". L'inaugurazione avvenne alla presenza del ministro piacentino Pierluigi Bersani che alzò il sipario su una sorta di percorso, articolato in sette sezioni, scelto per rappresentare un'esauriente panoramica sul Romanticismo francese, in particolare del primo Ottocento: Ingres, Delacroix, Chassériau, Biard, Cogniet.

Poi la volta della mostra "Da Hayez a Klimt, maestri dell'Ottocento e Novecento della galleria Ricci Oddi", nella quale erano esposte circa ottanta opere della pinacoteca cittadina, avviata in concomitanza con la sua chiusura per restauri.

La selezione era rappresentativa di vari periodi: dal Romanticismo di Hayez e Giovanni Carnovali, detto il Piccio, al Verismo di Francesco Paolo Michetti, all'Impressionismo di Federico Zondomeneghi e al Divisionismo di Pellizza da Volpedo. Fino ad arrivare a Boccioni e Casorati.

Altra rassegna "monumentale" fu "Il Gotico a Piacenza, Maestri e botteghe tra Emilia e Lombardia": una testimonianzxa del patrimonio medievale piacentino resa attraverso dipinti, affreschi, pitture su tavola, sculture, oreficerie, arredi sacri e manoscritti. Una mostra per conoscere da vicino il clima culturale che si visse a Piacenza nel Trecento e per buona parte del Quattrocento, anche in seguito all'ammissione (avvenuta nel 1313) al Ducato Visconteo.

Molto apprezzata la mostra “San Rocco nell’arte. Un pellegrino sulla Via Francigena”: un percorso che propone oltre sessanta opere che vanno a costituire un evento espositivo di tutto rispetto in occasione del Giubileo. Una mostra iconografica di notevole pregio che fa emergere la figura di un santo molto amato dalla tradizione popolare, specie tra il Cinquecento e l’Ottocento nelle opere di Giambattista Tiepolo, Bernardo Strozzi, il Parmigianino, il Pordenone, Dosso Dossi, Guido Reni, Ludovico Carracci, Tintoretto, il Morazzone, Jacopo da Ponte il Bassano e molti altri ancora.

È del 2002 invece l’esposizione delle opere di una cinquantina di artisti per la mostra “SURREALISMO PADANO - da De Chirico a Foppiani, 1915 - 1986”. L’esposizione ha messo in evidenza attraverso le opere di pittori e scultori la matrice “padana” della loro ricerca. Il punto di partenza - De Chirico e la nascita della Metafisica a Ferrara - e quello d’arrivo - Foppiani e Armodio a Piacenza, all’inizio del terzo millennio - racchiudono il senso di questo progetto. Nel mezzo di questi due estremi culturali e linguistici sta la scelta di artisti primitivi, come Ligabue, Ghizzardi e Nerone, e visionari come De Pisis, Usellini, Alberto Martini, Gentilini, Leonor Fini, Tono Zancarano, oltre ai più giovani Adelchi Riccardo Mantovani, Athos Ongaro, Wainer Vaccari, Sergio Zanni.

Grande successo ha avuto la mostra "Inquiete Stelle" dedicata alle opere dell'artista piacentino Ludovico Mosconi. Opere di grande qualità rappresentate da quadri, sculture, ceramiche e incisioni. Dopo questa mostra Mosconi è collocato finalmente nel posto che, nella storia dell'arte, gli spettava, nella seconda metà del novecento italiano.

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